Backup è il termine inglese che, data la sua diffusione, non necessita più di traduzione per capire a cosa ci si riferisce, specialmente in ambito informatico.
In realtà la perdita di dati è ancora tra gli eventi più probabili per gli utenti che utilizzano dispositivi digitali. Parliamo di dispositivi digitali perché non sono solo i computer a contenere informazioni, ma smartphone, dischi o memorie usb in genere, NAS (dischi di rete), tablet e così via.
Il primo consiglio che possiamo dare è quello di prendere consapevolezza del contenuto di ciascuno di questi dispositivi e di valutarne l’importanza, indipendentemente dal fatto che sia uno strumento di lavoro piuttosto che personale; le foto di un viaggio o di una vacanza possono essere importanti quanto gli ultimi preventivi fatti.
Per prima cosa ricordiamo che backup deve essere uguale a copia, quindi i dati devono essere presenti in almeno due dispositivi differenti e non collegati tra di loro. Il numero di copie è importante perché rappresenta il numero di tentativi nel tempo che abbiamo per recuperare un documento. Ad esempio se facciamo il backup una volta al giorno, se ho solo 2 copie di backup significa che posso tornare solo alla versione di 2 giorni fa del documento perso o rovinato.
Altro fattore importante è la frequenza dei backup, che ci fa capire quanto lavoro abbiamo perso. Nell’esempio di prima facendo il backup ogni sera alle 19:00, se cancello o si rovina un documento ho perso il lavoro fatto dalle 19:00 di ieri sera.
Non esiste un metodo o una procedura di backup che possa andare bene a tutti gli utenti, ogni caso ha le sue particolarità e gli strumenti adatti da utilizzare. La nostra azienda può darti tutto il supporto necessario per la salvaguardia dei tuoi dati.
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Foto di Kampus Production da Pexels
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